Sono sicura che anche voi lo fate, come me, soprattutto se ora siete dall’altra parte, nel ruolo di genitori e vi trovate a fare delle scelte per i vostri figli. Siamo pronti a ricordare quello che per noi non è stato fatto e detto quando eravamo piccoli e forse un po’ troppo spesso a dare per scontato quello che siamo diventati e ciò che sappiamo fare. Forse proprio perché ci speriamo che un giorno i nostri figli riconoscano le fatiche, i sacrifici e le grandi sfide che per loro abbiamo affrontato, e nel riconoscerle ci sia un abbraccio improvviso o un grazie inaspettato, forse per questo è così bello guardarsi indietro e farlo noi per primi con i nostri genitori. Io a loro dico grazie perché mi hanno dato l’acqua, forse non con la costruita consapevolezza con cui l’ho amata in questi anni ma semplicemente come dono, facente parte del pacchetto corredo di crescita; non puoi non saper nuotare, punto. Sta di fatto che entrare in acqua e sentirla mamma accogliente è una sensazione che auguro a tutti perché scioglie e invita ad abitarla con una tale voglia e intenzione da regalarti emozioni meravigliose. I bambini questo fanno, senza insegnamenti, con quella pazzesca creatività che hanno nel sangue, se solo gli è stato permesso di incontrarla l’acqua senza aspettare tempo inutile. Io non scorderò mai le ore infinite che trascorrevo dentro e sotto l’acqua, in piscina o al mare non faceva differenza perché i motivi erano sempre validi, alla ricerca di telline o di un polipo da catturare, sfidando amichette in capriole e verticali, poi crescendo con il nuoto e il gusto di macinare kilometri e intanto la testa in corsa a mille pensieri, o a volte completamente sgonfia, vuota da tutto. Viverla in gravidanza è stato uno dei momenti più belli e significativi, perché sentirsi farfalla in opposizione all’ippopotamo terrestre, fa la differenza; chiudere gli occhi e immaginare il proprio bambino nella medesima posizione e situazione, fluttuante e accolto nel calore di quell’abbraccio acquatico ti permette di raggiungerlo e di amarlo con tutta te stessa. L’acqua sotto, negli abissi marini, dove è solo il respiro nell’erogatore a farti compagnia, per il resto ti senti in punta di piedi in un mondo altro dove ogni cosa è così diversa e lontana da te da imbambolarti, da lasciarti stupita, rapita, incredula.
E acqua è quella del risveglio, per accenderti e carburare, fa niente se il colore cambia; sempre lei cerchiamo per un relax a fine giornata, calda, così calda da sciogliere nodi e stress accumulati, e infine profumata e arricchita per accompagnarci nel sonno. Ce lo insegnano a scuola che siamo fatti in gran parte di acqua ma come nutrirla e rispettarla lo impariamo spesso cammin facendo, a volte senza arrivare fino in fondo, laddove c’è potere e meraviglia. Auguro ad ogni piccolo essere umano la fortuna che ho avuto io, di incontrare la mia acqua e riconoscerla madre amica e alleata di vita, per questo dico GRAZIE mamma e papà!