Siamo appena partiti e il dramma della scelta della scuola secondaria è stato elaborato … ora sedimenta!
Io sono uno di quei genitori che l’anno scorso, tra il tennis, il nuoto, il dentista, le riunioni a scuola, ci ho messo dentro gli open day per la scelta del curriculum scolastico dei miei figli gemelli. È stata una bella esplorazione perché, a voler vedere tutto, scopri che il territorio della tua città propone davvero tanto; ovviamente abbiamo fatto una scelta, dettata dalla curiosità e dall’esclusione delle materie odiate. E già lì l’esclusione è stata massiccia e povera di certezze ma è difficile, tanto difficile ragionare con loro e chiedergli di lasciare porte aperte perché il rifiuto può essere stato innescato da tanti fattori ma non per forza da una loro carenza e scarsezza di attitudine.
Siamo quindi partiti all’avventura con tanti se e tanti ma e cammin facendo, abbiamo incontrato genitori che hanno scelto di “prendere in mano” la situazione e stabilire che la scelta migliore fosse un liceo, se non altro per l’istruzione approfondita e seria che un istituto non garantisce; abbiamo incontrato altri genitori per cui il senso pratico la vince su tutto e un bell’istituto che avvicini al mondo del lavoro e dia strumenti per muoversi da subito, è l’oggi e il domani per i nostri figli. Insomma i confronti non ci sono mancati e io me li sono andati a cercare, curiosa e insicura sull’approccio da adottare e con la speranza di contenere i danni il più possibile. Ma con i miei figli l’abbiamo tirata lunga, tanto, fino ai termini perché a deciderci proprio non ce la facevamo; in fondo la loro richiesta era così sensata e intelligente e soprattutto, perché loro ci arrivavano e chi sta al comando ancora non ci arriva? “Mamma, ma non è possibile fare ancora un anno o due di medie per capire cosa può piacerci? Lo psicologo, l’orientamento e i suoi test, gli esami a fine anno e tutti questi open day … e se poi scelgo e sbaglio? Quante volte posso sbagliare?” Credetemi, è stato panico per me, forse perché anch’io me l’ero vissuta uguale la situazione, sentendomi inadeguata per ogni scelta e poi nella vita ho fatto tutt’altro rispetto a quello che ho studiato; e allora ho cavalcato proprio quell’onda lì! Non avendo scelto di portare avanti una crociata al Ministero dell’Istruzione e non avendo in programma di andare a vivere all’estero, dove le scuole hanno un altro senso e un’altra struttura, a misura umana, ho provato con loro a pensarla come un’avventura questa prima scelta e poi si vedrà! Nel frattempo … lo dico a bassa voce che se mi sentono, magari hanno il pretesto di appassionarsi a mondi estranei alla scuola, e qui facciamo i conti con due anni ancora di lavori forzati! Ma risuonano ancora forti dentro di me le parole di uno scrittore americano meraviglioso che è morto recentemente e che nel 1976 scriveva: “ Quando sei uscito di casa per entrare nella scuola, hai messo piede in un’istituzione appositamente designata per instillare un modo di pensare e di agire che presuppone la ricerca di approvazione. Per tutto, chiedi il permesso. Non far mai di testa tua”. Wayne Dyer avrebbe voluto una scuola diversa per i nostri figli dove la libertà di essere e di scoprirsi sarebbe stata la mission per eccellenza. Ma la scuola è in ogni cosa e se ci aiutiamo e cambiamo punto di vista, tutto assume un altro aspetto e possiamo trovare quell’onda … poi chi l’ha detto e chi l’ha scritto che l’intelligenza è data dai successi scolastici? Io vorrei vederli felici, appassionati e in produzione di sogni da realizzare con portoni spalancati per qualsiasi nuova scoperta, sfidando l’impossibile che diventa possibile senza neanche accorgersene. Spero nell’intento nobile e lo condivido con voi, poi mi dico che forse non siamo in tanti ad avere le idee confuse e che spesso i bambini a 13, 14 anni sono assolutamente in grado di scegliere. Ma per chi come noi rantola nel buio, tutta la mia solidarietà!