“Devo” è verbo molto ricorrente nelle nostre giornate. Lo usiamo abitualmente per identificare tutti gli impegni e le attività legate ai nostri ruoli, ma sono davvero pochi coloro che si chiedono se dietro al “devo” è rimasto un senso di motivazione e piacere o se, semplicemente, siamo incastrati in qualcosa che non ci identifica più, ma che, come tutte le abitudini ricorrenti, ci impedisce di espanderci.
Io ho riempito per anni la mia vita di un orgoglioso senso del dovere. Ho fatto diventare la disciplina e la capacità di essere sempre affidabile, precisa e capace di produrre risultati adeguati alle aspettative il mio mantra per anni.
Fino a scoprire che il dovere si mangiava tutto il mio tempo, ma non produceva la felicità sperata.
Non è con un’ inossidabile e inoppugnabile senso del dovere che noi realizziamo i nostri sogni più belli. E, soprattutto, non è con un rigoroso senso del dovere che noi ci sentiamo vivi.
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Uscire dal campo minato dei doveri
(pic courtesy Sookie for Flickr)